Caratterizzazione degli impianti di innevamento programmato nell’ambito dell’uso plurimo della risorsa idrica

– Associazione Valdostana Impianti a Fune –

Con delibera regionale n. 2698 dell’8 ottobre 2010, la Regione Autonoma Valle d’Aosta, la Compagnia Valdostana delle Acque (CVA), l’Unicredit S.p.A. e l’Associazione Valdostana Impianti a Fune hanno commissionato al Dipartimento di Idraulica, Trasporti ed Infrastrutture Civili (DITIC) del Politecnico di Torino il progetto “Caratterizzazione degli impianti di innevamento programmato nell’ambito dell’uso plurimo della risorsa idrica”.

Le conclusioni dello studio sono qui riportate:

7. Conclusioni

Lo studio fin qui presentato rappresenta, a conoscenza degli scriventi, il primo caso di approccio sistematico alla schematizzazione idrologica di un comprensorio servito da un sistema di innevamento programmato. Come proposto nei documenti di convenzione, e come avvenuto in casi simili relativi ad utenze irrigue, è risultata di cruciale importanza la fase iniziale di costruzione dello schema di funzionamento del sistema infrastrutturale. Il completamento di questa fase ha richiesto tempi molto lunghi e ripetute verifiche, sia per le fisiologiche difficoltà di acquisizione dei dati grezzi, sia per la necessità di definire in modo sistematico le funzionalità degli elementi del sistema.

Un risultato di notevole utilità di questo lavoro è quindi senz’altro rappresentato dalla definizione dello schema infrastrutturale, che -opportunamente riscontrato con i soggetti gestori- può rappresentare lo schema-tipo da adottare in eventuali future indagini da effettuarsi su altri comprensori.

Di non trascurabile importanza, per eventuali ampliamenti di indagine, risulta la possibilità di indirizzare in modo opportuno l’ambito di monitoraggio meteorologico, con riferimento ai dati da rilevare ed alla loro risoluzione spaziale. Lo stesso può dirsi anche relativamente ad alcuni parametri inseriti nella modellazione matematica degli spessori di neve. Il modello qui proposto rappresenta quindi un sistema di simulazione degli effetti dell’innevamento che può avere ricadute pratiche di estremo interesse, sia per un singolo impianto sia su vasta scala, nell’ambito delle necessità gestionali e di previsione dei fabbisogni a medio termine.

L’applicazione del modello idrologico ha consentito di effettuare una prima stima dei livelli di deficit attualmente associati ai fabbisogni dell’utenza di innevamento programmato. Sebbene non sempre di elevata entità, le condizioni deficitarie appaiono piuttosto frequenti, particolarmente qualora si trascurasse il contributo fornito dall’invaso del Lago Gabiet. Le modalità con le quali questa riserva idrica consente di attenuare le fallanze del sistema di innevamento sono piuttosto evidenti, anche per l’assenza di interferenza rispetto al reticolo idrografico a monte della presa principale che serve il sistema idrico. Non sarebbe difficile, né privo di utilità, verificare gli effetti positivi che si avrebbero grazie a tale capacità di invaso anche se il lago fosse posizionato all’interno del bacino sotteso dalla presa sul Lys. Si parla infatti dei tipici effetti di dislocazione di volumi idrici, tra una stagione ed un’altra, con i quali gli invasi artificiali compensano i deficit idrici. Nel caso particolare delle utenze per l’innevamento programmato si possono, peraltro, facilmente riconoscere due ulteriori aspetti positivi connessi alla disponibilità di capacità di accumulo di volumi idrici in quota. Il primo riguarda la facilità con la quale le riserve idriche consentono al sistema di soddisfare punte anche molto intense di prelievo. Questo aspetto non è stato esplicitamente considerato in questo studio, ma rappresenta un elemento cruciale da considerare, nella prospettiva che il riscaldamento globale possa determinare finestre temporali utili per l’innevamento sempre più rade ed irregolari. L’altro aspetto che rende gli accumuli in quota, ove possibili, grandemente efficienti è quello relativo all’efficienza energetica. E’ infatti evidente come l’uso temporaneo di volumi prelevati direttamente in quota rappresenti l’opzione ideale dal punto di vista energetico per sistemi idrici di questa natura.

Gli aspetti appena evidenziati sono senz’altro meritevoli di approfondimento, sia tecnico che scientifico. In tal senso, lo studio appena condotto pone solide basi per la definizione delle modalità di misura ed elaborazione dei dati necessari per gli ulteriori affinamenti di indagine.

Il testo integrale dello studio lo trovate qui.